Il Codice del Lavoro vietnamita del 2019: le novità

Dalla sia iniziale promulgazione nel 1995, il Codice del Lavoro della Repubblica Socialista del Vietnam è stato già revisionato in quattro occasioni, da ultimo nel 2012, quando è stata adottata una riforma molto importante e esaustiva. Tuttavia, nel processo di integrazione commerciale e di applicazione della normativa, il Codice mostrava alcune limitazioni.

In aggiunta, l’approvazione della Costituzione del 2013 ha imposto la revisione del Codice del lavoro al fine di renderlo conforme alla Carta fondamentale e bilanciare gli interessi dei lavoratori e dei datori di lavoro.

Per quanto riguarda l’integrazione regionale, il Vietnam ha ratificato 25 accordi di libero scambio di nuova generazione, che richiedono agli Stati contraenti di conformarsi agli standard internazionali in materia di lavoro come definiti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). Pertanto, risultava di fondamentale importanza l’integrazione della normativa ILO nel Codice del lavoro riformato.

Il 20 Novembre 2019, il Nuovo Codice del Lavoro è stato votato ed approvato dall’Assemblea Nazionale del Vietnam. Le principali modifiche approvate riguardano i seguenti aspetti:

In primis, per quanto riguarda l’ambito di applicazione, esso è stato esteso fino a ricomprendere i lavoratori autonomi, ossia coloro che non hanno stipulato un contratto di lavoro subordinato con un datore di lavoro. Il numero di lavoratori autonomi in Vietnam ha raggiunto oggi una percentuale significativa ed è dunque stato necessario tutelare i loro legittimi diritti.

L’aspetto delle ore di lavoro ha inoltre sollevato alcune opinioni. L’Assemblea nazionale ha preso atto delle opinioni che richiedevano di ottenere un giorno aggiuntivo come festività nazionale, aumentare i limiti per il lavoro straordinario, e discusso circa l’ammissibilità dell’aumento dell’età pensionabile, adottando alcune modifiche di conseguenza.

Pertanto, l’aumento dell’età pensabile seguirà uno specifico programma temporale. Anche se è stato suggerito che l’aumento dell’età pensionabile avrebbe ridotto la qualità del lavoro e la salute dei lavoratori, l’Assemblea Nazionale è dell’opinione che l’aumento dell’età pensionabile è necessario in ragione della prevista situazione di deficit occupazionale nel futuro. L’età pensionabile per i dipendenti che lavorino in condizioni normali è aumentata a 62 anni per gli uomini a partire al 2028 e a 60 anni per le donne a partire dal 2035.

Per quanto riguarda i limiti al lavoro straordinario, in precedenza – durante un briefing commerciale con le società Europee in Vietnam – il vicepresidente del Comitato dell’Assemblea Nazionale per le questioni sociali Bui Sy Loi aveva affermato che, anche se la richiesta di a aumentare i limiti al lavoro straordinario è stata congiuntamente formulata dai lavoratori e dai datori di lavoro, è necessario considerare gli effetti che ne deriverebbero a lungo termine sulla salute dei lavoratori. Pertanto, coerentemente, il Codice del lavoro emendato fissa i limiti di lavoro straordinario nella misura del 50% delle normali ore di lavoro giornaliere, 40 ore al mese e 200 ore all’anno. In casi speciali, come per la produzione tessile, di capi d’abbigliamento, elettronica, trasformazione di prodotti agricoli e dei prodotti da silvicoltura, nonché dei prodotti ittici per l’esportazione, il massimale di lavoro straordinario è di 300 ore l’anno, in luogo delle 400-500 ore da taluni suggerite in precedenza.

Un’altra importante innovazione del Codice di Lavoro aggiornato è il diritto di costituire organizzazioni rappresentative dei lavoratori diverse dai sindacati. Le organizzazioni rappresentative devono essere registrate presso le autorità competenti e operare in conformità ai rispettivi statuti.

Il periodo di prova previsto dall’attuale legge – ossia tra i 6 e i 60 giorni, sulla base delle mansioni – è generalmente considerato troppo breve per la formazione e la valutazione circa l’adeguatezza dei dipendenti rispetto agli standard aziendali. Pertanto, il nuovo Codice fissa la durata massima del periodo di prova a 180 giorni per le posizioni manageriali.

Il Codice inoltre introduce un meccanismo più flessibile per la risoluzione del rapporto durante il periodo di prova, in quanto il dipendente ha il diritto di recedere dal contratto anche in mancanza di giusta causa, con il solo onere di dare preavviso al datore di lavoro entro con un termine fissato dalla legge.

Il Codice del lavoro revisionato entrerà in vigore dal 1° Gennaio 2021.

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