Uno sguardo al florido settore dell’e-commerce in India

 

Background

 

Con oltre 560 milioni di utenti Internet, l’India è il secondo mercato online più grande del mondo, secondo solo alla Cina[1]. Nel suo recente rapporto intitolato ‘Global Internet: E-Commerce’s Steepening Curve’, Goldman Sach’s ha rilevato che il tasso di crescita del settore dell’e-commerce in India, per ciascuno dei prossimi quattro anni, supererà quello dei paesi sviluppati come gli Stati Uniti, il Regno Unito, l’Europa, il Brasile e la Cina. Inoltre, lo studio ha evidenziato che l’industria indiana dell’e-commerce raggiungerà probabilmente i 99 miliardi di dollari, mentre la diffusione del commercio al dettaglio su internet dovrebbe più che raddoppiare, passando dal 4,7% del 2019 all’11% circa entro il 2024[2].

 

Tenendo conto di molteplici fattori favorevoli come l’aumento della diffusione di internet, una popolazione giovane, il miglioramento delle politiche, delle iniziative governative e i notevoli miglioramenti delle infrastrutture online in India, il futuro del settore dell’e-commerce in India appare promettente.

 

Investimenti diretti esteri (IDE) nell’e-commerce

 

La normativa relativa agli IDE in India ha subito diverse modifiche dall’inizio degli anni 2000. Questa serie di riforme ha contribuito ad aprire il settore dell’e-commerce agli investitori stranieri.

 

L’attuale regolamentazione prevede che l’attività nel settore del commercio elettronico sia svolta secondo due modelli: il modello basato sull’inventario (Inventory Based Model) e il modello basato sul mercato (Marketplace Based Model).

 

Il “Modello basato sull’inventario” è stato definito come un’attività di e-commerce in cui la totalità dei beni e dei servizi è di proprietà di una piattaforma, la quale vende direttamente ai consumatori. Al contrario, il “Modello basato sul mercato” si esplica attraverso la messa a disposizione di una piattaforma informatica da parte di una società di e-commerce su una rete digitale ed elettronica, ed ha lo scopo di facilitare il contatto tra acquirenti e venditori.

 

In base alla normativa vigente, gli IDE che seguono il cd. “percorso automatico” (per i quali, cioè, la legge non richiede alcuna approvazione governativa preventiva) sono consentiti solo in riferimento al “Marketplace Based Model”, mentre sono vietati per quanto riguarda il “Inventory Based Model”.

 

Walmart e Amazon sono i due maggiori attori stranieri nel settore dell’e-commerce in India. Nel 2018, Walmart ha acquistato circa il 77% delle azioni della start-up indiana di e-commerce denominata ‘Flipkart’ per 16 miliardi di dollari, la più grande acquisizione mai effettuata dal gigante statunitense e il più grande investimento IDE nel settore dell’e-commerce nel mondo nel 2018. Nel luglio 2020, Walmart ha guidato un altro round di investimenti nella startup per 1,2 miliardi di dollari, portando la valutazione di Flipkart a 24,9 miliardi di dollari[3]. Nell’ottobre 2020, Amazon ha annunciato investimenti per almeno 6 miliardi di dollari in India e ha annunciato l’esportazione di beni prodotti in India per un valore di 10 miliardi di dollari in tutto il mondo entro il 2025[4]. Questi grandi investimenti di Walmart e Flipkart riflettono il promettente futuro del settore dell’e-commerce in India.

 

Impatto del Covid-19 sull’E-Commerce

 

Mentre la pandemia ha avuto un impatto devastante sull’economia indiana, il settore del commercio elettronico in India è cresciuto in modo esponenziale. Un recente rapporto pubblicato da un importante fornitore di servizi finanziari americano, Payoneer, ha classificato l’India al nono posto nella crescita transfrontaliera. Il rapporto sottolineava che mentre “il mondo si è spostato verso il lockdown totale o parziale, i comportamenti di acquisto online e i modelli di consumo si sono consolidati in una nuova realtà[5]. L’India è stata uno dei primi Paesi al mondo a imporre un lockdown nel marzo 2020, che si è esteso in una forma o nell’altra fino all’ottobre 2020. Questo ha avuto un impatto diretto sul comportamento dei consumatori, poiché le persone sono state costrette a fare acquisti online piuttosto che avventurarsi all’esterno.

 

Il futuro è luminoso

 

Come già detto, nonostante la pandemia, il settore dell’e-commerce in India ha ricevuto enormi investimenti da parte di attori globali come Facebook e Google. Nell’aprile 2020, Facebook ha investito 5,7 miliardi di dollari in Reliance Industries Jio Platforms, facendo di Facebook il suo maggiore azionista di minoranza. Poco dopo, Google ha investito altri 4,5 miliardi di dollari in Reliance Industries Jio Platforms: questo rappresenta il suo più grande investimento in una società indiana. Questi grandi investimenti sono solo il riflesso del fatto che il settore dell’e-commerce in India è su una traiettoria ascendente.

 

Per qualsiasi dubbio o informazione relativa al settore dell’e-commerce in India, non esitate a contattarci all’indirizzo info@dandreapartners.com. Il team di D’Andrea&Partners Legal Counsel sarà lieto di aiutarvi.

 

 

[1] https://www.statista.com/topics/2157/internet-usage-in-india/

[2] https://www.goldmansachs.com/insights/pages/e-commerces-steepening-curve.html

[3] https://www.wsj.com/articles/walmart-sells-its-indian-stores-to-flipkart-11595484002

[4] https://www.cnbc.com/2020/10/28/india-could-contribute-up-to-20percent-of-amazons-growth-in-next-5-years.html

[5] https://economictimes.indiatimes.com/industry/services/retail/indias-e-commerce-sector-is-now-9th-globally-in-cross-border-growth/articleshow/79262975.cms?utm_source=contentofinterest&utm_medium=text&utm_campaign=cppst

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