Protezione ambientale: una nuova sfida per la Cina

Protezione ambientale: una nuova sfida per la Cina

 

Nel 1989 la Cina aveva adottato la prima e unica Environmental Protection Law, che nel corso di questi anni non è mai stata modificata fino al 22 Aprile 2014, quando il Parlamento Cinese ha emanato un progetto di legge che entrerà in vigore il Primo Gennaio 2015.

Nel corso degli ultimi anni la Cina è divenuta tristemente famosa per essere uno dei più grandi investitori nel campo delle energie rinnovabili, ma al contempo anche il Paese che produce i più alti livelli di inquinamento atmosferico, delle acque e del suolo.

La riforma impone alle aziende operanti in Cina alcune nuove, severe, regole. In questo articolo vediamo quali sono le principali novità.

 

Documentazione, organizzazione e soglie di tolleranza

Le aziende che per la natura dei materiali lavorati sono potenzialmente produttrici di sostanze inquinanti devono dotarsi dell’“Environmental Impact Assessment” (EIA), cioè uno studio sull’impatto ambientale correlato da un piano di emergenza.

Oltre alla EIA le aziende sopra descritte, devono approntare un sistema di tutela ambientale così articolato:

  1. Adozione di un piano di monitoraggio dei livelli di emissioni di ogni sostanza inquinante, i cui esiti vanno registrati ed archiviati;
  2. Nomina di uno o più responsabili dell’impatto ambientale del ciclo produttivo i quali, se colpevoli di danni ecologici, saranno personalmente perseguibili sul piano civile e penale.

Il Legislatore ha stilato una lista delle principali soglie di tolleranza degli agenti inquinanti:

  1. Innanzitutto vi sono quelle previste per il particolare settore industriale in cui l’azienda opera;
  2. Vi sono poi le soglie di tolleranze degli agenti inquinanti previste a livello locale e nazionale con riferimento alla tipologia di sostanza dannosa per l’ambiente.

L’azienda inoltre deve dotarsi di una speciale licenza per lo sversamento dei rifiuti, per il cui rilascio sarà competente il Ministro per la Protezione Ambientale che sta approntando un sistema dedicato a tale procedimento.

 

Conseguenze delle violazioni della legge

In caso di disastro ambientale o di illecito sversamento di rifiuti nell’ambiente, la società deve anzitutto applicare il piano di emergenza al fine di risolvere la situazione ed evitare conseguenze più gravi.

Nel caso in cui un’azienda rifiuti di adottare le necessarie certificazioni o se persegue nello sversamento di sostanze pericolose, l’Autorità Amministrativa preposta al controllo della tutela ambientale può emettere un richiamo ufficiale: se dopo due giorni da tale avvertimento la condotta illecita non cessa, è possibile l’applicazione di una sanzione giornaliera calcolata in base ai costi operativi del monitoraggio e/o del sistema di prevenzione dell’inquinamento, all’ammontare dei guadagni illegali o delle perdite causate dalla condotta illecita. Tale sanzione, inoltre, sarà cumulativa, quindi ben più gravosa rispetto a quella una tantum prevista nella legge del 1989.

In particolari circostanze, al di fuori dei casi che costituiscono reato, il responsabile diretto della violazione sara’ soggetto ad un periodo di detenzione da 5 a 15 giorni, a seconda della gravità delle conseguenze della sua condotta. Questa sanzione si somma a quelle previste dalle leggi civili e penali.

Nel caso di sversamento oltre i limiti legali, la competente Autorità Amministrativa per la Protezione Ambientale potrà emettere l’ordine di limitare la produzione o le emissioni, o di sospendere le operazioni per risolvere la situazione; nei casi più gravi, l’Autorità Governativa deve essere informata ed essa può ordinare di sospendere la produzione.

Le aziende saranno anche civilmente responsabili secondo la Tort Law della PRC. Le istituzioni che offrono servizi relativi al monitoraggio e la prevenzione dell’inquinamento ambientale o che forniscono macchinari a ciò preposti, saranno solidalmente responsabili per i danni ambientali che causino per negligenza o fraudolentemente. Il termine per proporre l’azione di risarcimento per il danno ambientale è di tre anni dal momento in cui l’interessato ha avuto o avrebbe potuto aver conoscenza per la prima volta del danno ecologico.

Le associazioni pubbliche autorizzate secondo la legge potranno rappresentare i cittadini dinanzi alle Corti in caso di pericolo o disastro ambientale, ovvero di danni sofferti da una rilevante parte della popolazione.

In base alla legge penale della PRC, qualora il disastro ambientale causi seri danni alla salute delle persone, il responsabile del reato sara’ soggetto a detenzione; secondo il sistema penale cinese, a seconda della quantità e tipologia della sostanza inquinante e delle modalità di sversamento, la durata della pena varia da un minimo di 10 anni ad un massimo di più di 30 anni di detenzione.

Conclusioni

Come si è già avuto modo di vedere nei recenti emendamenti alla Legge sulla Pubblicità e alla Legge sulla Sicurezza Alimentare, i cittadini sono chiamati a rivestire un importante ruolo nel vigilare sulla applicazione delle nuove regole.

Inoltre, seguendo i suggerimenti dell’opinione pubblica, il sistema delle sanzioni pecuniarie è divenuto più rigido rispetto al passato: questo dovrebbe aiutare ad impedire condotte illecite da parte delle società.