Il circuito di carte di pagamento UnionPay International, tra i più conosciuti ed utilizzati a livello internazionale, ha stipulato lo scorso mese un accordo con GestPay, la principale piattaforma italiana per l’accettazione e la gestione dei pagamenti online, utilizzata dai principali portali di e-commerce aventi sede in Italia. Con questo importante accordo il mercato italiano dell’e-commerce si apre così ai pagamenti effettuati con le carte UnionPay, emesse in Cina ed in altri quaranta Paesi del mondo.
Per comprendere l’importanza dell’accordo per l’e-commerce italiano e le relative potenzialità, basti pensare che il circuito cinese UnionPay, con oltre sei miliardi di carte attive, è quello che vanta il maggior numero di utenti a livello globale, con una copertura pari a 51 milioni di esercenti e 2,57 milioni di sportelli Bancomat/ATM. Del resto, oltre dieci milioni di esercenti e-commerce al di fuori della Cina accettano pagamenti con carte UnionPay, dei quali 2,3 milioni in Europa.
Pertanto, tutte le imprese italiane che vendono online i propri prodotti, dal produttore di vino fino al piccolo artigiano, potranno mettere a disposizione dei propri clienti un importante strumento di pagamento che va incontro al mercato orientale, in particolare quello cinese, che, in base ai dati elaborati dall’Osservatorio Export del Politecnico di Milano a fine 2016, contava già oltre 400 milioni di utenti che effettuano acquisti online, per un valore di oltre 30 miliardi di euro di beni importati tramite l’e-commerce. Nel 2017, inoltre, sul totale degli acquisti retail in Cina, ben il 15-20% è stato effettuato tramite un canale telematico.
L’Osservatorio Export, in un convegno tenutosi a Milano il 22 marzo 2018, ha fornito interessanti dati in merito alla crescita dell’Export italiano di beni di consumo attraverso canali digitali, che continua a crescere e che ha raggiunto nel 2017 un valore pari a circa 9,2 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2016 di 1,7 miliardi (+23%). Il settore più importante per l’Export digitale è il Fashion (abbigliamento, tessile e accessori), che vale circa 6 miliardi di euro e raccoglie i due terzi (66%) dell’Export online di beni di consumo. Seguono a distanza il Food, che pesa per il 15% delle esportazioni digitali con 1,38 miliardi di euro e l’Arredamento, che incide per il 7% e vale 644 milioni.
“Le vendite attraverso i canali digitali stanno crescendo a ritmi sostenuti, anche se il loro peso sul totale delle esportazioni resta limitato e si conferma un approccio all’Export ancora tradizionale da parte delle imprese italiane — afferma Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio Export —. Ci sono ampi margini di miglioramento e grandi opportunità da cogliere nell’uso dei canali digitali per accedere ai mercati internazionali e sostenere la crescita delle esportazioni italiane. Il processo di internazionalizzazione digitale richiede un’attenta e adeguata progettazione, che preveda l’identificazione del modello di export più adatto alla propria realtà aziendale, l’analisi degli aspetti legali, degli strumenti a disposizione e del pubblico del mercato in cui si vuole entrare”.
È indubbio che l’accordo stipulato, favorendo l’e-commerce italiano, potrà avere effetti molti positivi per lo sviluppo dell’export digitale.
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