La ripresa economica dell’India post Pandemia

Introduzione

All’inizio del 2020, quando il mondo cercava di contrastare la diffusione del Covid-19, il 24 marzo  l’India ha chiuso le sue porte al mondo, dichiarando un lockdown nazionale di 3 settimane per 1,3 miliardi di cittadini. La chiusura ha bruscamente arrestato l’economia limitando la circolazione pubblica e comportando la chiusura delle industrie ed il blocco degli spostamenti. Il governo indiano ha dovuto affrontare una grande sfida: da un lato, contenere la diffusione del virus mentre dall’altro promuovere la fragile economia. Gradualmente, nel maggio 2020, il lockdown è stato revocato con restrizioni sempre meno stringenti ma, nonostante ciò, la ricaduta economica della chiusura è stata ingente e senza precedenti. Il blocco di tre mesi ha fatto registrare la peggiore contrazione economica di sempre, -24% nel trimestre giugno 2020, seguito da un’ulteriore contrazione del -7,3% da luglio a settembre, spingendo l’economia in una  recessione difficilmente vista prima. La sospensione dei lavori aveva colpito diversi settori e regioni in modo diverso, ma la maggior parte delle imprese ha dovuto affrontare situazioni complesse e difficili per rilanciare l’economia. Era essenziale mettere in atto una strategia ben pianificata e organizzata per la ripresa economica dell’India.

“Il Recupero”

L’India ha fatto straordinari progressi per far ripartire l’economia ed ha mostrato una graduale crescita dal trimestre settembre a dicembre 2020 con il PIL in crescita dello 0,4%.

All’inizio di gennaio 2021, l’India ha lanciato il suo piano vaccinale, il più grande al mondo. L’Autorità Regolatrice dei Farmaci indiana aveva autorizzato due produttori, Bharat Biotech e Serum Institute, entrambi autoctoni e sostenuti dal governo. Entro gennaio 2022, l’India aveva già inoculato al 75% della sua popolazione adulta almeno due vaccini contro il COVID-19.

Il governo ha particolarmente incentivato la trasformazione dell’India e l’agevolazione dei rapporti economici, lanciando diverse iniziative tra cui il Gati Shakti National Master Plan e la missione Atmanirbhar Bharat. Un’ampia gamma di iniziative a sostegno del piano di sviluppo in numerosi settori, tra cui le riforme per consolidare le varie e disparate leggi sul lavoro, eliminando 75.000 adempimenti burocratici e 1.486 leggi sindacali, aprendo più ampi limiti agli FDI, redigendo il Codice di Insolvenza e Fallimento e avviando riforme bancarie.

Il Presente

L’economia indiana ha segnato una ripresa sostenuta dalla seconda metà del 2020-21, grazie anche alla vasta percentuale di popolazione vaccinata e al raggiungimento dell’immunità percepita dalla gente.

L’India ha avuto una crescita economica esponenziale e rappresenta un potenziale di investimento, data la sua economia rurale non pienamente sfruttata, le infrastrutture e la produzione industriale, insieme al suo panorama IT e di startup.

Le aree chiave per la crescita sono l’economia digitale e fintech, tecnologia per lo sviluppo, transizione energetica e cambiamento climatico. Le politiche sostenute dal governo hanno contribuito alla crescita della Digital India Initiative, attirando un considerevole numero di talenti.

Dal recente sondaggio sull’afflusso di FDI in India, si registra che durante il 2021 c’è stato un aumento delle start-up e delle IPO. I dati hanno mostrato che un totale di 63 aziende indiane hanno raccolto un massimo storico di Rs 1.18.704 crore attraverso le Mainboard IPO nel 2021 e 44 nuove startup hanno avuto un successo vertiginoso lo scorso anno arrivando a far contare un afflusso di capitale per 39 miliardi di dollari nel 2021. Anche il settore dell’e-commerce è cresciuto esponenzialmente soprattutto nelle città medio e piccole che hanno mostrato modelli di consumo elevati negli ultimi due anni.

Cambiamenti normativi

Nonostante i problemi causati dal Covid-19, il governo indiano ha apportato modifiche a vari settori nel Manuale sugli Investimenti Diretti Esteri in modo da incentivare ed accogliere sempre più investimenti. Il governo indiano ha continuato i suoi sforzi di liberalizzazione sulle normative relative agli investimenti stranieri nei settori come (a) nel settore della difesa, in cui il limite è aumentato dal 49% al 74% (b) nel settore delle assicurazioni, in cui il limite è aumentato dal 49% al 74%, ai sensi della “Automatic Route”(c) nel commercio al dettaglio monomarca, i regolamenti di approvvigionamento locale sono stati ulteriormente allenati per il 100% di investimenti stranieri (d) nei media digitali, è permesso fino al 26% di investimenti stranieri con previa approvazione del governo indiano anche per entità impegnate nel trasferimento di dati / streaming di notizie e di attualità attraverso piattaforme di media digitali.

Inoltre, il governo indiano, visti gli ingenti danni economici causati dal Covid 19, ha depenalizzato vari reati sotto il “Companies Act. Il Companies Amendment Act 2020”, eliminando una serie di reati che riguardano il mancato rispetto di varie disposizioni dell’”Indian Companies Act” tra cui la liquidazione di società, la correzione dei registri dei possessori di titoli e il riscatto di obbligazioni.

Una serie di altre violazioni, che prima prevedevano reclusione e multe, sono state sostituite da sanzioni civili. Inoltre, c’è stata un bilanciamento delle sanzioni civili a seconda della gravità della violazione: in tal modo, alle violazioni più gravi corrisponderanno sanzioni civili aumentate. Un’ulteriore innovazione è la prescrizione di multa per importi non elevati nei confronti delle start-up.

Conclusione

L’attuale innovazione nella creazione di piattaforme globali, cloud computing e flussi di dati digitali ha portato  alla nascita di quasi 12.000 startup nell’ambito tecnologico-digitale, solamente negli ultimi due anni in India. Le nuove opportunità riguardano aree come il prestito guidato dai dati e i pagamenti assicurativi.  Molte di queste innovazioni digitali sono molto promettenti per un nuovo tipo di globalizzazione, in cui la divisione del lavoro e i servizi che ne derivano possono essere condivisi liberamente dalle aziende dei paesi sviluppati a quelle indiane. Gli sforzi pionieristici dell’India nelle tecnologie spaziali a un costo molto basso sono anche un’opportunità per altri paesi di lanciare dispositivi satelliti per la trasmissione di comunicazioni, nuovi canali di navigazione informatica globale, spettri a banda larga e così via.

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