Lo scenario competitivo e globale del settore della moda ha reso la tutela dei marchi una questione sempre più rilevante per le aziende che operano in questo ambito. Il marchio, oltre a rappresentare un segno distintivo, è anche un asset strategico che racchiude valori come la qualità, il design e la tradizione di un brand. In particolare, in Italia, il Made in Italy è simbolo di eccellenza riconosciuto a livello mondiale e la protezione dei marchi assume dunque una dimensione cruciale per preservare la reputazione e l’integrità delle imprese. Tuttavia, il settore moda è costantemente minacciato da due fenomeni particolarmente dannosi: la contraffazione e l’Italian Sounding.
Il marchio è uno dei principali strumenti di differenziazione nel mercato della moda, in quanto consente al consumatore di identificare immediatamente l’origine e la qualità di un prodotto, oltre a rappresentare una garanzia di autenticità. I più famosi brand italiani di moda non sono solo sinonimi di lusso, ma incarnano anche un’eredità culturale e artigianale che ha radici profonde nel nostro Paese.
Il marchio rappresenta un valore per le imprese. Tuttavia, per conservare e accrescere questo valore, è indispensabile adottare misure di tutela efficaci contro le minacce esterne, in primis la contraffazione e il fenomeno dell’Italian Sounding, che cercano di sfruttare il prestigio associato ai marchi italiani per ingannare i consumatori.
E’ dunque di fondamentale importanza per le imprese affrontare l’ingresso nei nuovi mercati in maniera organizzata, in primis mettendo in campo tutti gli strumenti a disposizione per evitare violazioni e situazioni inaspettate. Prima di tutto, è importante che le aziende si premurino e accertino che l’ingresso nel mercato sia accompagnato da una strategia di protezione della proprietà intellettuale, tramite la registrazione di marchi e design strategici. In alcuni paesi – dove vige il principio del first to file – la mancata registrazione del marchio potrebbe lasciare il campo aperto alla registrazione da parte di terzi, con conseguenze inimmaginabili per l’impresa.
In alcuni casi le aziende si trovano ad affrontare questioni ancora differenti: uno dei principali rischi è rappresentato dalla contraffazione, ovvero della produzione e vendita di articoli che riproducono, senza autorizzazione, marchi e design registrati, allo scopo di trarre ingiusto vantaggio dall’immagine e dalla reputazione delle imprese legittime.
Nel settore moda, oggetto di contraffazione sono in genere articoli di pelletteria, abbigliamento, calzature e accessori, prodotti che spesso presentano loghi falsi e materiali di scarsa qualità, con significativi danni per le imprese.
Uno strumento per proteggersi dalla contraffazione è – come anzi detto – la registrazione del marchio, tramite il quale le aziende, avendo ottenuto diritti esclusivi per l’uso del marchio registrato, hanno facoltà di porre in essere misure stabilite dai vari ordinamenti a protezione dei titolari legittimi. Tra questi, ricordiamo tra tutti i controlli a livello doganale, le cui autorità collaborano per prevenire l’importazione di merci contraffatte. È essenziale che le imprese adottino una strategia globale di protezione del marchio, monitorando costantemente il mercato per individuare eventuali violazioni e attivando tempestivamente azioni legali per la difesa dei propri diritti.
Oltre alla contraffazione, un’altra minaccia rilevante per le aziende italiane del settore moda è il fenomeno dell’Italian Sounding. A differenza della contraffazione, l’Italian Sounding non consiste nella copia diretta di un marchio, ma nell’utilizzo di denominazioni, marchi o simboli che evocano l’italianità di un prodotto, pur non avendo alcun legame reale con l’Italia.
Questo fenomeno sfrutta la notorietà del Made in Italy per indurre i consumatori a credere di acquistare prodotti italiani autentici, quando in realtà si tratta di beni prodotti altrove. Nella moda, ciò può manifestarsi attraverso nomi di marchi che suonano italiani, packaging con riferimenti al tricolore o a simboli tipici italiani.
L’Italian Sounding genera un grave danno per le imprese italiane, poiché sottrae loro una quota significativa di mercato e mina la fiducia dei consumatori. Sebbene non si tratti di una vera e propria violazione dei diritti di marchio, esso è comunque considerato una forma di concorrenza sleale e come tale può essere combattuto tramite specifiche azioni legali.
Contrastare l’Italian Sounding non è semplice, poiché richiede un’attenta analisi dei casi specifici e una solida strategia legale. In Europa, la tutela del Made in Italy è stata rafforzata tramite l’introduzione di norme che proteggono le indicazioni geografiche e le denominazioni di origine, specialmente in settori come l’agroalimentare. Tuttavia, nel settore moda, la tutela dei marchi italiani deve fare affidamento principalmente sugli strumenti di diritto industriale e commerciale.
In conclusione, la tutela dei marchi nel settore moda è una questione di importanza strategica per le imprese italiane. Le aziende devono dotarsi di strumenti legali adeguati e adottare strategie proattive per proteggere i propri marchi e contrastare efficacemente queste minacce. Solo attraverso una combinazione di azioni legali, vigilanza costante e consapevolezza dei consumatori, sarà possibile preservare l’eccellenza del Made in Italy e garantire la competitività delle imprese sul mercato globale.