In una decisione che ha attirato l’attenzione sia a livello nazionale che internazionale, il Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo della Cina ha approvato una politica volta ad innalzare gradualmente l’età pensionabile legale. L’obiettivo della riforma è affrontare il problema dell’invecchiamento della popolazione, la contrazione della forza lavoro e la sostenibilità del sistema economico. Secondo dati riportati da Shanghai International Services, l’età pensionabile in Cina è attualmente fissata a 60 anni per gli uomini, 55 per le lavoratrici impiegate e 50 per le lavoratrici operaie. La riforma, che entrerà in vigore a partire da gennaio 2025, prevede un progressivo innalzamento dell’età fino a raggiungere i 65 anni per entrambi i sessi.
Contesto demografico ed economico della Cina
La Cina sta affrontando una crisi demografica causata dalla diminuzione del tasso di natalità e dall’aumento dell’aspettativa di vita. Secondo il National Bureau of Statistics, nel 2023 circa 250 milioni di cittadini avevano un’età pari o superiore a 60 anni, rappresentando circa il 18% della popolazione totale. Parallelamente, la fascia di popolazione in età lavorativa (15-59 anni) è in costante diminuzione.
Questo cambiamento rappresenta una sfida strutturale per un modello economico che, per decenni, ha fatto affidamento su una forza lavoro giovane e abbondante per sostenere l’industrializzazione e la crescita. Anche il sistema pensionistico cinese è sottoposto a crescenti pressioni finanziarie. Storicamente, l’età pensionabile in Cina è stata più bassa rispetto alla media internazionale. Con l’aumento dei pensionati e la riduzione dei contribuenti attivi, la sostenibilità del sistema previdenziale diventa sempre più critica.
Per affrontare tali criticità, il governo cinese ha deciso di innalzare gradualmente l’età pensionabile, con un incremento annuale di alcuni mesi fino a raggiungere i 65 anni per uomini e donne nel corso del prossimo decennio.
Implicazioni per il tessuto imprenditoriale
La decisione di elevare l’età pensionabile avrà implicazioni significative per il mondo delle imprese in Cina. Se da un lato la riforma mira a rafforzare la produttività mantenendo in servizio i lavoratori più anziani, dall’altro essa influenzerà le strategie occupazionali, i costi del lavoro e l’approccio delle aziende verso automazione e innovazione.
Affrontare la carenza di manodopera
Con la diminuzione della popolazione in età lavorativa, settori quali manifatturiero, edilizia e servizi stanno incontrando difficoltà nel reperimento di forza lavoro. I giovani cinesi tendono a preferire impieghi nei servizi o all’estero, lasciando alcuni comparti industriali strutturalmente sotto-organico. Mantenere i lavoratori più anziani attivi più a lungo permetterà alle imprese di accedere a un bacino più ampio di lavoratori esperti, contribuendo a colmare tali carenze.
I lavoratori anziani apportano esperienza e competenze preziose, soprattutto in settori tecnici e specialistici come ingegneria, finanza e IT. Trattenere tali profili favorisce il mantenimento di elevati livelli di produttività anche in presenza di mercati del lavoro ristretti.
Incremento dei costi previdenziali e sanitari
Il prolungamento della vita lavorativa comporterà, tuttavia, un aumento dei costi a carico delle imprese in termini di contributi previdenziali e spese sanitarie. Poiché il sistema pensionistico si fonda su contributi sia del datore di lavoro che del dipendente, una permanenza prolungata in servizio implicherà una maggiore esposizione contributiva per le aziende.
Inoltre, l’invecchiamento della forza lavoro potrebbe comportare un aumento dell’assenteismo per ragioni di salute, maggiori costi sanitari e la necessità di adottare misure di adattamento del posto di lavoro. Le imprese potrebbero dover investire in programmi di welfare aziendale, flessibilità oraria o coperture assicurative aggiuntive per tutelare la salute e il benessere dei dipendenti più anziani. Per quelle realtà con una significativa presenza di lavoratori in età avanzata, ciò potrebbe tradursi in un incremento dei costi complessivi del lavoro.
Flessibilità del mercato del lavoro e innovazione
L’innalzamento dell’età pensionabile potrebbe incentivare l’adozione di modalità lavorative più flessibili. I lavoratori anziani potrebbero prediligere formule part-time, consulenze o incarichi meno gravosi dal punto di vista fisico. Questo potrebbe contribuire allo sviluppo di un mercato del lavoro più dinamico e resiliente, capace di accogliere una forza lavoro eterogenea per età ed esigenze.
Contemporaneamente, la presenza di una forza lavoro più anziana potrebbe spingere le imprese ad accelerare gli investimenti in automazione e innovazione tecnologica. La tecnologia potrà contribuire ad aumentare la produttività, ridurre la fatica fisica e contenere i costi del lavoro. L’automazione potrebbe rivelarsi particolarmente strategica in settori come manifattura e logistica, dove l’uso di macchinari intelligenti può integrare efficacemente il lavoro umano.
Le imprese potrebbero, inoltre, rafforzare i programmi di aggiornamento professionale per garantire che i lavoratori – sia giovani che anziani – rimangano competitivi in un mercato del lavoro in continua evoluzione. La formazione continua sarà fondamentale per facilitare l’adattamento ai cambiamenti tecnologici e mantenere elevati livelli di efficienza.
Effetti sul settore finanziario e sulla pianificazione pensionistica
Per il settore dei servizi finanziari, l’aumento dell’età pensionabile potrà generare una maggiore domanda di soluzioni per la pianificazione della pensione, fondi previdenziali e altri strumenti finanziari su misura per una popolazione lavorativa più longeva. Il rinvio del pensionamento potrebbe comportare anche una dilazione degli investimenti tradizionali legati al fine carriera, creando nuove opportunità per consulenti finanziari e istituzioni bancarie.
Questo cambiamento potrà avere effetti più ampi sull’economia, ad esempio con un ritardo nella vendita della seconda casa o nel trasferimento in zone rurali. In parallelo, i consumi degli over-60 potrebbero mantenersi elevati in settori come lusso, viaggi e salute, beneficiando indirettamente diversi comparti produttivi.
Impatto economico generale
L’innalzamento dell’età pensionabile è una componente essenziale della strategia di lungo periodo della Cina per far fronte all’invecchiamento demografico e garantire la sostenibilità economica.
Sostenere la crescita economica
Prolungando la vita lavorativa, la Cina punta a mantenere vitalità economica nella fase di transizione da un’economia industriale a una basata su servizi, tecnologia e innovazione. I lavoratori anziani e qualificati possono contribuire attivamente a questo cambiamento, soprattutto nei settori ad alta intensità di conoscenza.
Inoltre, l’occupazione prolungata favorisce la tenuta dei consumi interni. I lavoratori più anziani, con una carriera alle spalle, dispongono spesso di maggiore reddito disponibile e continuano a contribuire alla domanda interna, elemento centrale nel riequilibrio del modello economico cinese, riducendo la dipendenza da esportazioni e investimenti pubblici.
Affrontare il deficit pensionistico
L’aumento graduale dell’età pensionabile è anche una misura volta a contenere il crescente disavanzo del sistema pensionistico. Con meno lavoratori attivi e un numero sempre maggiore di pensionati, il sistema è sottoposto a forti pressioni finanziarie. Ritardando l’accesso alla pensione, si preserva un flusso costante di contributi, contribuendo alla stabilità del sistema previdenziale nel lungo termine.
Conclusione
La decisione della Cina di innalzare progressivamente l’età pensionabile rappresenta un passo cruciale per affrontare le sfide connesse all’invecchiamento della popolazione e alla sostenibilità economica. La riforma offre nuove opportunità ma pone anche rilevanti sfide per le imprese: da un lato, permette di contrastare la carenza di manodopera, valorizzare l’esperienza dei lavoratori senior e stimolare l’innovazione; dall’altro, implica un aumento dei costi del lavoro e maggiori oneri previdenziali e sanitari.
In un’ottica macroeconomica, la riforma si inserisce nella strategia della Cina per promuovere una crescita duratura, ridurre la dipendenza dai mercati esterni e affrontare le pressioni fiscali generate dall’invecchiamento demografico. Sebbene l’attuazione sarà graduale e richiederà diversi anni, l’impatto strutturale su economia e mercato del lavoro sarà profondo e duraturo.