L’Italia rappresenta una meta di interesse per gli investimenti stranieri e tra le tipologie di investimento scelte v’è senz’altro quella di capitalizzare in start up e piccole medie imprese (PMI) in quanto in molti casi è possibile ottenere ottimi risultati quanto a rendimenti e innovazioni. Come ogni tipo di investimento, tuttavia, vi sono opportunità ma anche rischi legali che non devono essere tralasciati ma compresi e gestiti. In questo articolo proponiamo una overview dei principali benefici e rischi in questo tipo di investimento.
Nella selezione di un investimento è opportuno, in primo luogo, individuare il settore di destinazione. Le start up – ancor più quelle innovative – e le PMI spesso si identificano in settori di nicchia, innovativi e ad alto potenziale di crescita, come ad esempio il settore della tecnologia, il settore medicale e quello delle energie rinnovabili. Questi segmenti garantiscono innovazione in termini di proprietà intellettuale e industriale, con prodotti di alto livello e spesso esclusivi che garantiscono ottimi risultati dei quali l’azienda investitrice può beneficiare. La scelta del settore è dunque fondamentale per garantire maggiori opportunità di crescita e spazio di innovazione all’investimento.
Altra valutazione riguarda gli aspetti fiscali: l’Italia offre infatti diversi incentivi fiscali per gli investitori in start up e PMI, siano essi persone fisiche o entità giuridiche, incluse deduzioni e agevolazioni, crediti di imposta per la ricerca e lo sviluppo o agevolazioni per operazioni di equity e crowdfunding. A titolo di esempio, i soggetti investitori in Start up innovative possono ottenere fino al 30% di detrazioni sulle imposte in sede di investimento e il 30% di deduzione sull’imponibile.
Le start up e le PMI, oggi come oggi, sono anche motivo di sviluppo di relazioni personali e industriali: spesso si creano infatti reti o think-thank tra imprenditori che garantiscono vantaggi e opportunità per l’investimento, aprendo la strada a nuove opportunità di business e partnership.
Da un punto di vista normativo, è importante tuttavia prestare molta attenzione e tenersi aggiornati sulle continue evoluzioni regolamentari. PMI e start up innovative sono infatti oggetto di frequenti aggiornamenti legislativi, ad esempio in materia di protezione dei dati o di regolamentazione fiscale; pertanto, l’investitore è tenuto a rimanere aggiornato circa le novità che possono avere impatto sul proprio investimento, valutandone l’impatto – a volte anche sfavorevole – che si possa verificare.
Tali evoluzioni normative possono riguardare non soltanto l’investimento in sé ma anche il settore in cui opera l’impresa: una mancata compliance in seguito ad evoluzioni in tema di normativa ambientale o di sicurezza, ad esempio, possono avere un forte impatto sull’organizzazione, ancorché essa sia una start up o una azienda di piccole dimensioni.
In tema di assetto interno, è fondamentale avere una organizzazione gestionale funzionale che – essendo spesso semplificata rispetto a quella delle grandi aziende – necessita di verifiche preliminari sulla funzionalità, prima dell’investimento e in fase operativa. Proprio per questo motivo l’investimento deve essere preceduto da una accurata due diligence sull’impresa che fornisca una istantanea approfondita della situazione aziendale. Allo stesso modo, è importante avvalersi del supporto di professionisti per la predisposizione di tutti i documenti (inclusi i contratti) che regolino i rapporti della azienda con soggetti terzi.
Investire in startup e piccole e medie imprese può offrire opportunità significative, ma comporta anche rischi legali che richiedono attenzione e preparazione. Comprendere i benefici e i rischi associati e adottare misure appropriate per gestirli può contribuire a massimizzare le probabilità di successo dell’investimento e a proteggere gli interessi degli investitori.