L’UE fronteggia il COVID-19: l’arma del Recovery Fund

Lo scorso 21 luglio, al termine di una lunga trattativa tra i capi di Stato europei (in particolare tra gli Stati del sud e i Paesi “frugali”), il Consiglio Europeo ha varato uno storico pacchetto di aiuti volto a fronteggiare lo shock economico causato dall’emergenza Coronavirus. La manovra approvata dal Consiglio segna un momento storico nell’economia europea, data la sua enorme portata: circa 1800 miliardi saranno veicolati al fine di stimolare la ripresa economica europea.

Nello specifico, la somma totale sarà così divisa: 750 miliardi saranno destinati al piano di ripresa economica (Recovery Fund o Next Generation EU) mentre 1074 miliardi rappresentano il volume del bilancio Europeo 2021-2027 (Multiannual Financial Framework o MFF).

La novità più importante è sicuramente quello del Recovery Fund, uno strumento di debito comune di carattere eccezionale, volto ad integrare il bilancio europeo fornendo sostegno agli investimenti e alle riforme per aumentare la resilienza delle economie degli Stati membri e promuovere una crescita sostenibile. I 750 miliardi, di cui 390 saranno erogati sottoforma di sovvenzioni a fondo perduto ed i restanti 360 sotto forma di crediti da restituire entro il 2058, potranno essere utilizzati dagli Stati nel triennio 2021-2024 per fronteggiare l’emergenza, avendo particolare riguardo alla digitalizzazione e alla transizione ecologica.

Il piano Next Generation EU contiene varie misure, così divise:

  • Recovery and Resilience Facility: è la misura più corposa (672.5 miliardi di euro in totale) ed è volta a sostenere gli investimenti e le riforme necessarie, in un’ottica di crescita sostenibile.
  • ReactEU: l’assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (47.5 miliardi) è una misura finalizzata al risanamento dei mercati del lavoro degli Stati membri, e potrà essere attuata mediante incentivi per l’occupazione, sostegno al lavoro giovanile e alla liquidità delle PMI.
  • Horizon Europe: è un programma (5 miliardi di euro)attraverso il quale l’Unione vuole incentivare la ricerca scientifica nel campo dell’innovazione, favorendo le sinergie tra i Paesi membri ed eliminando il gap esistente tra le varie realtà europee.
  • InvestEU:è un fondo di 5.6 miliardi di euro con cui l’Unione vuole «sostenere gli obiettivi politici dell’Unione mobilitando investimenti pubblici e privati all’interno dell’UE che soddisfano il criterio dell’addizionalità, affrontando così le carenze del mercato e le situazioni di investimento non ottimali che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di sostenibilità, competitività e crescita inclusiva».
  • Rural Development: 7.5 miliardi di euro saranno invece utilizzati per incentivare la competitività e la transizione ecologica nel campo dell’agricoltura.
  • Just Transition Fund(JTF): è una misura finalizzata alla sola transizione ecologica, nel rispetto degli Accordi di Parigi, che sarà sovvenzionata con 10 miliardi di euro.
  • RescEU: è un fondo (1.9 miliardi di euro) che servirà a dotare l’Unione di risorse e di una efficace infrastruttura logistica per rispondere a diversi tipi di emergenza, comprese quelle di carattere sanitario.

L’Italia è il Paese che riceverà la quota più importante, pari a 209 miliardi di euro, di cui 82 sotto forma di sussidi a fondo perduto e 127 di crediti. In autunno il Governo dovrà presentare il Recovery Plan che, se ritenuto conforme alle direttive della Commissione, verrà approvato dal Consiglio Europeo entro la fine del 2020. Del totale, il 70% verrà distribuito nel 2021-2022, mentre il restante 30% entro la fine del 2023. Il 10% (circa 20 miliardi di euro) verrà invece distribuito a titolo di prefinanziamento, con lo scopo di coprire le spese dettate dall’emergenza.

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